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venerdì 30 dicembre 2011

Park Guell

 PARK GUELL








Park Guell è stato realizzato a Barcellona, tra il 1900 ed il 1914 dal grande talento dell’ architetto paesaggista Antonio Gaudì ed è una delle opere che appaiono nell'elenco del patrimonio mondiale dell'UNESCO.

Doveva essere all'origine come le città-giardino inglesi che il suo mecenate, Eusebi Güell, gli aveva chiesto di costruire su una collina (El Carmel) a nord della città.
Il progetto prevedeva alloggi, studi, una cappella ed un parco, in tutto 63 case ma, il costo aumentò in tali proporzioni che solo due case ed il parco furono completati.



                                                                i 2 edifici all'entrata del parco



In una delle due abitazioni già edificate, si trasferì lo stesso Gaudí con il padre e la figlia della sorella e ci rimase fino al trasferimento definitivo nel cantiere della Sagrada Familia.
Il parco diventò di proprietà della città di Barcellona nel 1927 e da allora è uno dei luoghi più frequentati della città.

Parc Guell è forse tra le opere compiute di Antoni Gaudì quella più grande e impegnativa; sicuramente per questo risulta essere agli occhi dei visitatori inesperti espressione dell' arte intera dell' architetto di Dio, come veniva nominato.

In tutto ci sono circa 30 i km di strade all’interno del parco, il percorso pedonale principale è quello che dall’entrata arriva direttamente, tramite una grande scalinata, al piazzale – mercato coperto del tempio dorico e poi più su fino alla piazza del teatro greco. I percorsi sono molto caratteristici: Gaudì li distingue in pedonali e veicolari e dona loro un andamento sinuoso che segue le naturali curve di livello del terreno, creando terrazzamenti e viadotti quando il percorso si trova ad essere sospeso nel vuoto.

Gaudí ha cercato di conservare il rilievo naturale, lasciando libero sfogo alla sua immaginazione, ha generato un’opera originale dal profilo sinuoso. Il progetto nasce da un’idea di curve dove tutto è ondeggiante e contorto fino a creare un'atmosfera fantastica.

Le sue strutture ricordano quelle fantastiche di un fumetto, come gli stravaganti edifici che si trovano all'entrata del parco con i loro comignoli a forma di fungo, che sembrano un'allucinazione improvvisa. Da notare è anche la doppia scalinata decorata con motivi molto originali ed affiancata da fontane, che conduce a quello che doveva essere in precedenza, il mercato della città-giardino. Questo spazio contiene una grande terrazza con una vista panoramica sulla metropoli. Ma la fantasia dell'artista continua ad esprimersi nella Sala de las Columnas: insieme di enormi colonne doriche separate le une dalle altre da spazi misteriosi e sovrastati da un tetto ondulato, come la famosa panchina, si tratta di una sinuosa e ondulata costruzione, decorata con pezzetti di ceramica, piastrelle e mosaici colorati che le danno un aspetto surreale. Uno degli elementi più suggestivi del giardino Gaudì restano forse le gallerie preistoriche in pietra e terra che dimostrano il creativo ed indiscutibile talento dell'artista. Si dice che Gaudí fu aiutato nella realizzazione del Parco Guell dall'architetto Josep Maria Jujol, che diede un speciale apporto specialmente nella creazione della ringhiera.


Egli realizza anche grotte simili a quelle naturali che delimitano i percorso a terra e porticati sostenuti da colonne inclinate caratterizzate dalla forma a spirale

Ha fatto impiego di variopinte ceramiche di recupero o pezzi  di vetro per decorare come mosaici colorati le sue strutture in calcestruzzo che, rappresentano tutto un universo di animali fantastici, rifacendosi in maniera chiara al concetto del pittoresco.

Fedele al suo stile, ha creato un’opera che si integra nella natura e che la riproduce, ad esempio, la passeggiata coperta le cui colonne hanno forme di tronchi di alberi o di stalattiti, fontane ed arcate artificiali di roccia.
















La natura come fonte di ispirazione

Dottorato di Ricerca in Tecnologia e Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente
Università degli studi di Napoli “Federico II”
Luce, forma e struttura: la geometria
come processo conoscitivo dell’opera di
Gaudì.
Dottorando: Arch. Raffaele Catuogno
Tutor prof. Arch. Adriana Baculo Giusti
Coordinatore prof. Arch. Virginia Gangemi


“Corrisponde al periodo più creativo di Gaudí quando materializza le sue idee in un’architettura pienamente ispirata alla natura.
Riflettendo sul fatto che in natura non esiste la linea retta né il piano ma, invece, sono presenti un'immensa varietà di forme curve, sente l’esigenza di modificare il suo modo di operare e piuttosto che proiettare gli elementi della sua immaginazione sul piano del foglio per controllarne la forma, si rivolge innanzitutto alla natura come fonte di ispirazione, verificando le forme direttamente nella terza dimensione mediante la costruzione di ogni tipo di modello, realizzato in legno, gesso, argilla, d tessuto metallico, cartone bagnato e anche filo di ferro. L'amore di Gaudí per la natura si riflette in un'attenta ed ingenua osservazione della forma delle piante, degli animali e delle montagne, ammirandone la bellezza e comprendendo che la natura non ha finalità estetiche, bensì funzionali, perché l’obiettivo profondo non è quello di realizzare opere d'arte, bensì organismi utili alla crescita e alla riproduzione dalle specie. Giunge così alla conclusione, che cercando la funzione, si arriva alla bellezza e che se si cerca la bellezza si arriva alla filosofia, l'estetica o la teoria dell'arte.
Tra le opere più strettamente legate alla natura il Park Güell è l'opera più rappresentativa ove si rende in modo più evidente il concetto naturalista e paesaggista dell'architettura di Gaudì, dove egli adatta le forme delle  strade all'orografia del terreno, progettando viadotti per non modificare l'assetto del terreno originale privo inizialmente della vegetazione mediterranea, con un terreno sassoso e arido. Nelle aree libere arricchisce la scarsa vegetazione con l'introduzione di pini, carrube, querce, palme, lasciando crescere liberamente ginestre, rosmarino, gelsomino e glicine.




Questo intervento mostra l’impegno sociale dell’architetto31, che di comune accordo con Güell non vuole costruire un parco privato, ma semplicemente uno spazio recintato per dare alla gente del posto l’impressione di un luogo protetto e sicuro e subito adoperato per spettacoli ed incontri all’aperto.
Il parco dimostra la straordinaria inclinazione di Gaudì per l’architettura paesaggistica, le sue conoscenze di botanica, introducendo infatti nelle aree libere, arricchendone la vegetazione, pini, carrube, querce e palme. Non livella parti della montagna, ma adattando la sua architettura al luogo, per questo motivo costruisce strade a forma di viadotti sorretti da colonne inclinate che generano nella loro ripetizione straordinari percorsi e scorci di notevole impatto visivo, che sembrano scavati nella montagna.





Supera un dislivello presente nel parco, dove è l’entrata, con una imponente scalinata rivestita in ceramica con la tecnica del trencadìs. La scala è interrotta in tre tratti, tra le due rampe lascia degli spazi dove colloca tre fontane tra cui famosissima quella dell’iguana, che per alcuni è lo stesso drago rappresentato nel cancello della Finca Güell a guardia del giardino: “[…]bisogna presupporre dietro ciò che appare alla superficie un semplice divertimento, un significato più profondo e per lo più simbolico. Il drago rappresenta Pitone, il custode delle acque sotterranee; con questo Gaudì allude a ciò che non si vede, ma che è di immensa importanza: dietro il drago si trova una cisterna

di 12.000 litri per la raccolta dell’acqua piovana. In questo modo l’acqua piovana viene incanalata e raccolta per l’irrigazione del terreno idricamente povero.” Sotto la piazza, che nella composizione rappresenta il teatro greco, costruisce una sala ipostila con colonne doriche di colore ocra, reinventandone lo stile, accentuandone le caratteristiche e dando a questi sostegni anche la funzione di canalizzatori: esse infatti sono cave all’interno raccolgono l’acqua piovana convogliandola nella cisterna che alimenta tra l’altro anche le fontane che servono come valvole di scarico.


Questa sala ipostila è formata da ottantasei colonne, che sostengono una copertura costruita con piccole cupole che si appoggiano a travi leggermente ricurve, il tutto rivestito di ceramica trencadìs. La piazza è in terra battuta e lungo il perimetro che la delimita, è presente una lunghissima panca che si snoda sinuosa come un serpente, sempre rivestita con pezzettini di ceramica e raccordata al fregio della sala sottostante: nel rivestimento della panca, Gaudì inserisce anche simboli religiosi e catalani che però vanno perduti nel restauro del 1989. Il Park è recintato con un muro alto 3.80 metri, costruito con varie pezzature di pietra e termina con una calotta arcuata, rivestita da un mosaico di ceramica bianca e marrone.
Il muro di recinzione del sito è alto 3.80m ed è realizzato con 3 finiture diverse: la parte bassa è rivestita con conci di pietra dalle forme irregolari, la parte intermedia da blocchi grezzi e appuntiti, quella superiore, invece, da frammenti di ceramica colorata”
 


martedì 27 dicembre 2011

Central Park

Central Park è il più grande parco (3,4 km², un rettangolo di 4 km × 800 m) nel distretto di Manhattan, a New York. Si trova nella Uptown, al centro tra i due quartieri residenziali, l'Upper West Side e l'Upper East Side, i quali prendono il nome dalla loro posizione rispetto al parco. Anche le strade che lo circondano prendono il suo nome: Central Park West, Central Park North, Central Park East e Central Park South.
Central Park è un'oasi per gli abitanti di Manhattan che abitano nei grattacieli circostanti, ed è uno dei parchi cittadini più conosciuti del mondo, grazie anche alle sue comparse in numerosi film e telefilm. È chiamato il polmone verde di New York.
Il parco, aperto nel 1856 fu progettato da Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux. Anche se il parco sembra naturale, è in gran parte opera dell'uomo. Il terreno preesistente presentava cave, allevamenti, paludi e baracche abusive, tanto da scoraggiare il sindaco di allora, Alexander Josephyn; tuttavia Vaux si fece avanti affermando che bonificare tutta l'estensione del parco era possibile. Al suo interno attualmente si trovano diversi laghi artificiali, estesi sentieri, due piste da pattinaggio sempre artificiali, parchi giochi per bambini, prati utilizzati per numerosi sport. Il parco è un'oasi per gli uccelli migratori ed è quindi popolare fra i birdwatcher. La strada lunga 9,7 km che circonda il parco è frequentata da ciclisti, persone che fanno jogging e pattinatori a rotelle, specialmente nei fine settimana quando è vietato il transito alle auto.
Ogni estate si tengono rappresentazioni teatrali all'aperto nel Delacorte Theatre, all'interno del parco. Fra gli altri eventi ospitati dal parco ci sono il traguardo della Maratona di New York e la festa di Mezzaestate.
Il parco non faceva parte del piano regolatore del 1811. Comunque, tra il 1821 ed il 1855, New York quasi quadruplicò la sua popolazione. A causa dell'espansione della città, i newyorkesi si ritrovarono a disporre di pochi spazi aperti, per lo più cimiteri, per distrarsi dalla rumorosa e caotica vita di città. Molto tempo prima il bisogno di un grande parco era già stato espresso attraverso le pagine dell'Evening post (ora New york Post), nonché poeta, William Cullen Bryant, e dal primo architetto paesaggista americano Andrew Jackson Downing, che iniziò a pubblicizzare il bisogno di un parco nel 1844. Il bisogno di un posto accogliente come i Bois de Boulogne a Parigi o l'Hyde Park di Londra iniziò a essere sentito anche da altri importanti newyorkesi, e nel 1853 la città designò un'area di 700 acri (2.8km²), dalla 59esima alla 106esima strada per la crezione di un parco, per un costo complessivo di oltre 5 milioni di dollari. Circa 1.600 residenti, per lo più irlandesi, tedeschi e afroamericani, che abitavano in baraccopoli, furono sloggiati. Nel 1857 il comune mise a gara il progetto architettonico e vinsero Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux. Nel 1863 vennero acquisiti altri 58 ettari. Il parco è il più grande dell'isola di Manhattan.
Lo stato assegnò alla Central Park Commission la supervisione dei lavori per lo sviluppo del parco, e nel 1857 la commissione tenne un concorso di design paesaggistico. Il paesaggista Frederick Law Olmsted e l'architetto inglese Calvert Vaux svilupparono il cosiddetto "Greensward Plan", che vinse poi il concorso. Secondo Olmsted, il parco era "di grande importanza essendo il primo vero parco di questo secolo, uno sviluppo democratico di altissimo rilievo". Una visione probabilmente ispirata dai suoi soggiorni e numerosi viaggi in Europa nel 1850. Durante questi viaggi visitò molti parchi, e in particolare fu impressionato dal Birkenhead Park, vicino Liverpool, Inghilterra, che aprì nel 1847 e fu il primo parco finanziato pubblicamente al mondo.
Le più importanti innovazioni nel progetto per Central Park furono le vie di circolazione separate per pedoni, cavalli e altri veicoli. Difatti le vie dedicate al traffico furono poste ad un livello ribassato rispetto al parco e semi nascoste, in modo da non distruggere lo scenario naturalistico creato. Il piano prevedeva ben 36 ponti, tutti disegnati da Vaux: da quelli fatti in materiale grezzo come l'ardesia di Manhattan o in granito, a quelli neo gotici in ferro, ma comunque tutti diversi. Prima di iniziare a costurire il parco, si è dovuto evacuare l'area dai suoi abitanti, molti dei quali erano poveri immigrati tedeschi o irlandesi oppure afroamericani.
Tra il 1860 e il 1873 14.000 metri cubi di terreno agricolo furono trasportati dal New Jersey, poiché la terra presente sul posto non era abbastanza buona per sostentare le varie piante che dovevano essere piantate secondo il piano Greensward. Quando il parco fu ufficialmente completato, nel 1873, più di 10 milioni di carrette di materiale, compreso terra e rocce varie, furono rimosse dall'area manualmente e trasportate fuori dal parco.




giovedì 22 dicembre 2011

Tipologie di parco


Caos, rumore, gente arrabbiata che discute per accaparrarsi il posto auto, macchine che sfrecciano all’impazzata, in mezzo a una situazione come questa molti di noi maturano nella mente un solo pensiero, fuggire lontano, magari in un prato, o in un giardino tranquillo, dove sia possibile udire il fruscio delle foglie, il soffio del vento, il canto delicato degli uccellini.
Il giardino è una sorta d’isola felice nella quale rifugiarsi in tutti quei momenti di stress e di stanchezza, dove ricaricare le proprie pile energetiche attingendo pace e tranquillità da 
Madre Natura.



L’uomo, da sempre, ha visto il giardino come una parte di mondo dove trovare tranquillità e con il tempo ha aggiunto altri valori, ad esempio artistici, architettonici, ma anche significati sociali legati alla rappresentazione del potere, basti pensare ai vasti giardini che si estendevano  e si estendono anche attualmente davanti ai castelli o ai luoghi di potere, oppure ancora, il giardino visto come luogo di meditazione e di silenzio ascetico, basti pensare ai giardini zen giapponesi.
Il giardino è considerato oggi un’espressione in cui l’uomo riesce a rappresentare se stesso e la natura, spesso il controllo nei confronti di forze a volte brutali. L’uomo sviluppa, attraverso il giardino, il senso estetico e artistico, dimostra agli altri il suo potere, la sua forza, la sua capacità di contenere e gestire la natura, oltre a quelle che sono le stagioni, ad esempio introducendo nei giardini le piante sempreverdi, che sfidano i freddi e la neve, rendendo immutato il paesaggio anche in inverno o in autunno.
Attraverso il giardino si ha anche la bellissima possibilità di sperimentare e di studiare la botanica, di introdurre nuove specie, di incrociare differenti piante, di provare la sensazione quasi onnipotente di chi crea e vede crescere le proprie creature.
Per continuare con il nostro “cammino in giardino” ricordiamo a grandi tratti quelli che sono i giardini tipici, ovvero quelli famosi in tutto il mondo, un modello al quale ci si è ispirati:
  • Giardino all’italiana: si colloca nel XV secolo, ha un chiaro effetto decorativo e artistico, molto ben sviluppato in età Medicea a Firenze, ricco di giardini pensili, parti dedicata alla visione panoramica, grande sviluppo di un’architettura vegetale che unisce i minerali alle piante. Tra i più famosi esempi il giardino di Boboli a Firenze.
  • Giardino alla Francese: i giardini francesi sono stati resi famosi in tutto il mondo grazie all’operato di Andrè Le Notre, all’interno del castello di Vaux le Vicomte a Versailles. Anche se in realtà in Francia si sente molto l’influenza italiana, la stessa Caterina de Medici chiede la trasformazione dei giardini di Tuileries. Nel giardino francese mancano i tipici terrazzamenti italiani, mentre sono molto presenti i “parterre de broderie” dei particolari e originali ricami fatti per terra nelle aiuole con sabbie colorate, inoltre si usano molto piccole siepi nane, e molta scenografia fatta solo di natura non architettonica con statue com’era invece nel giardino italiano.

Parterre de broderie

i motivi della decorazione sono quelli dei ricami:tralci, volute, rosoni, arabeschi, corone e pennacchi ottenuti con siepi di bosso sullo sfondo di ghiaie colorate.


Parterre des pièces coupées

ispirati ai tipi olandesi, hanno piccole aiuole circondate da basse siepi di bosso, con piante da fiori.
Parterre à l'anglaise

una superficie erbosa regolare, decorata di statue e gazon coupé, ottenuta con aree ritagliate nel prato e riempite di pietruzze colorate.
Creare giardini richiede impegno e soprattutto fantasia. Sparsi per il mondo ci sono numerose aree verdi in cui rimanere a bocca aperta di fronte allo spettacolo dei colori e delle forme dei giardini più affascinanti. Scopriamone alcuni insieme. Probabilmente Versailles è il giardino più famoso del mondo e fu costruito per il re Luigi XIV e progettato da Andre Le Notre. La realizzazione del giardino ha richiesto un lavoro enorme. Una gran quantità di terra doveva essere spostate per lasciare spazio a letti di fiori, l'Orangerie, alle fontane e al Canale, dove precedentemente c'erano solo foreste, prati e paludi. La terra fu trasportata in carriole, gli alberi furono convogliati con i carri dalle province della Francia e migliaia di uomini, qualche volta interi reggimenti hanno preso parte a quest'impresa.
  • Giardino all’Inglese: in Inghilterra si svilupperà il tipico giardino paesaggistico peculiare dell’età romantica, dove differentemente da quelli italiani e francesi in cui l’uomo spadroneggia e decide sulla natura, in quelli inglesi la natura (solo apparentemente) decide per se stessa, dove tutto sembra essere lasciato al caso, senza una regola, o una costrizione imposta. Tutto ciò porterà poi alla nascita di una nuova professione oggi molto diffusa “gli architetti del verde”.



Parchi di Londra
Londra è piena di verde, tanto che ospita più parchi e giardini di qualsiasi altra città al mondo.
Ciò deriva forse dal fatto che in Inghilterra, già nell’Ottocento, il giardino urbano aveva acquistato importanza come rifiuto della città, luogo della concentrazione della nascente società industrializzata. 
Chi dunque desidera rilassarvi, leggere un buon libro, o fare due chiacchiere lontano dalla confusione, a Londra ha a disposizione un gran numero di parchi. 


Hyde Park


Il più famoso di tutti i parchi londinesi è Hyde Park, lo spazio più grande che potrete trovare nel centro di Londra. Per lungo tempo è stato utilizzato come riserva di caccia di Enrico VII e teatro di duelli mortali. Nel 1637, Carlo I lo rese pubblico e fino ad oggi ha mantenuto la sua tradizione per gli eventi all’aperto.
Il parco è diviso in due parti dal lago artificiale Serpentine Lake creato dallo sbarramento del fiumiciattolo di Westbourne ed è contiguo ai Kensington Gardens, che sono comunemente considerati come una parte di Hyde Park, anche se nella realtà i due parchi sono ufficialmente separati dal 1728, quando la Regina Carolina impose la divisione. Hyde Park copre 350 acri, Kensington Gardens 275, perciò l'intera area misura 625 acri.
Un sito di interesse è certamente sono lo Speakers' Corner (“l’angolo dei conversatori”):, situato nell'angolo nord-orientale del parco, dove ancora oggi si possono trovare delle persone che tengono discorsi ed esprimono la propria opinione, soprattutto nel fine settimana. A sud del Serpentine Lake, troviamo ciò che rimane della Rotten Row e la Fontana in memoria di Diana, principessa di Galles, una fontana anulare di pietra, inaugurata il 6 luglio 2004.
Il parco presenta inoltre giardini tematici, come il Rose garden disegnato dagli architetti Colvin & Moggridge nel 1994, e certe specie di particolare interesse botanico ed estetico.




St James's Park

St. James’s Park, è il più antico e il più aristocratico dei parchi di Londra. Venne progettato dal grande John Nash, architetto della corona, e dal suo ponte principale si ha una delle vedute più belle di Buckingham Palace.  Nel cuore di Londra, nella City of Westminster, St James's Park è il parco reale per eccellenza, non fosse altro per la posizione strategica in cui si trova: la vista che si apre dal ponticello pedonale che attraversa St James's Park Lake è imbattibile, ma gli scorci su Westminster, Buckingham Palace, St James's Palace, Carlton Terrace e la Horse Guards Parade ci accompagnano praticamente durante tutta la visita del parco. Come in ogni parco londinese che si rispetti non appena spunta un raggio di sole turisti e residenti ne approfittano per stendersi sui prati, sulle panchine e sulle sdraio a noleggio. St James's Park Lake e la sua fauna acquatica (anatre, oche, cigni e pellicani) sono, con le bellissime aiuole fiorite, i punti focali del parco.



Regent's Park

Anche il Regent’s Park fu progettato nel 1811 dall'architetto John Nash, con i suoi 166 ettari è veramente immenso e da esso è possibile avere una meravigliosa vista di Westminster e di tutta la città.. Insieme ai prati ci sono bellissimi giardini fioriti, fontane/yf e giochi d'acqua, roseti, corsi d'acqua e laghetti (anche qua la possibilità di muoversi in barca sul lago principale, il Boating Lake, sul versante ovest del parco) ma anche campi da tennis, cricket, softball, hockey su prato e rugby. Al suo interno vi è lo Zoo di Londra: inaugurato nel 1826, il London Zoo è uno dei parchi zoologici più antichi del mondo ed ospita oltre 12.000 animali.



Kew Gardens

Kew Gardens (Royal Botanic Gardens), a Richmond, è uno dei luoghi turistici più visitati di Londra e, oltre ad essere uno splendido parco, è anche un importante centro di ricerca botanica: nei suoi 300 acri crescono oltre 300 specie che non si trovano in alcuna altra parte del mondo. I Kew Gardens comprendono oltre ad una vasta distesa di prato all'inglese anche due notevoli serre in stile vittoriano: la Temperate house copre un'area di 4.880 metri quadri e la Palm House, 2.248 metri quadri in cui crescono piante tropicali provenienti da tutto il mondo comprese banane, caffè, albero del pane, paw-paw eccetera. Altra grande struttura è la Princess of Wales Conservatory, inaugurata nel 1987 dalla principessa Diana, con 10 differenti zone climatiche.










domenica 11 dicembre 2011

Giardino di Boboli

Giardino di Boboli


"Da Wikipedia, l'enciclopedia libera".

"Il Giardino di Boboli è un parco storico della città di Firenze. Nato come giardino granducale di palazzo Pitti, è connesso anche al Forte di Belvedere, avamposto militare per la sicurezza del sovrano e la sua famiglia. Il giardino, che accoglie ogni anno oltre 800.000 visitatori, è uno dei più importanti esempi di giardino all'italiana al mondo ed è un vero e proprio museo all'aperto, per l'impostazione architettonico-paesaggistica e per la collezione di sculture, che vanno dalle antichità romane al XX secolo.
I giardini dietro Palazzo Pitti, residenza dapprima dei Medici, poi dei Lorena e dei Savoia, furono costruiti tra il XV e il XIX secolo e occupano un'area di circa 45.000 m². "



Planimetria antica (fine XVIII secolo, inizio XIX)



L'origine del nome "Boboli" nasce forse dai possedimenti della famiglia Borgolo, che si trovavano nel territorio della chiesa di Santa Felicita in Oltrarno, che Luca Pitti acquistò come orti nel 1418, quarant'anni prima di iniziare la costruzione del palazzo che dalla sua famiglia prese in nome.
Con il passaggio della proprietà ai Medici nel 1549, per l'acquisto da parte di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de' Medici, iniziarono l'abbellimento e gli ampliamenti, che coinvolsero anche il giardino. Esso fu iniziato da Niccolò Tribolo, architetto che dieci anni prima aveva già superbamente lavorato ai giardini della Villa medicea di Castello.
I giardini hanno nel complesso una configurazione vagamente a triangolo allungato, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno che si staglia sul panorama. A partire dai percorsi centrali degli assi poi si sviluppano una serie di terrazze, viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, sentieri, radure, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile fonte di ambienti curiosi e scenografici.
Il giardino costituisce uno degli esempi più grandiosi di giardino all'italiana poiché, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, conserva l'impostazione architettonica e scenografica cinquecentesca. Il progetto si deve a Niccolò Pericoli detto il Tribolo, incaricato, nel 1550, da Cosimo I de' Medici di creare un giardino per la reggia di Palazzo Pitti. Dopo la morte del Tribolo, nel corso del Cinquecento, molti architetti si avvicendarono nella direzione dei lavori del giardino, rispettandone la concezione iniziale: Davide Fortini, Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati e Bernardo Buontalenti. La collina alle spalle del palazzo fu suddivisa geometricamente disponendo in maniera regolare e simmetrica alberi e aiuole. La grande cava di pietra ai piedi della collina fu trasformata in un anfiteatro verde. Il giardino fu inoltre arricchito da grotte artificiali, fontane e arredi scultorei. Nei primi decenni del Seicento, sotto la guida degli architetti Giulio e Alfonso Parigi, il parco fu esteso fino a Porta Romana e l'asse compositivo divenne il cosiddetto Viottolone, un grande viale di cipressi che conduce al Bacino dell'Isola. A sud del viale furono piantati tre grandi labirinti, ideati per divertire e sorprendere il visitatore, e l'anfiteatro fu trasformato in una struttura in muratura, prestigioso luogo teatrale della Firenze barocca. In epoca lorenese, gli interventi riguardarono prevalentemente la costruzione di edifici funzionali alle esigenze della corte, come il Kaffeehaus, la Limonaia e la Palazzina della Meridiana. Nel 1834, per l'apertura di un grande viale carrozzabile, furono distrutti i labirinti e molti viali rettilinei vennero trasformati in viali curvilinei secondo il gusto del giardino paesistico all'inglese. In questo periodo le aperture del giardino al pubblico, inaugurate da Pietro Leopoldo di Lorena nel 1766, si intensificarono.


In corrispondenza del tratto terminale del Corridoio Vasariano, si trova la Grotta Grande realizzata da Bernardo Buontalenti fra il 1583 e il 1593. La grotta, complemento ideale del giardino cinquecentesco, è il luogo in cui natura, arte e tecnica si compenetrano. La decorazione della grotta fu infatti realizzata con materiali naturali – stalagmiti, stalattiti, "spugne" – composti architettonicamente per dare vita a una natura artificiale, animata da giochi d'acqua resi possibili grazie a una raffinata tecnica idraulica. La Grotta del Buontalenti è il risultato della  trasformazione di un "vivaio", ossia di un deposito d'acqua, progettato da Giorgio Vasari, al quale si devono la facciata e la loggetta d'ingresso. La decorazione della facciata, con figure "alla rustica", è opera di Giovanni Battista del Tadda.

Il Giardino di Boboli si caratterizza per l'abbondanza delle acque e delle fontane monumentali. La Vasca del Forcone è il risultato della trasformazione settecentesca, su progetto di Zanobi del Rosso, dell'originario "vivaio" rettangolare, bacino di raccolta delle acque provenienti dall'acquedotto di Arcetri per l'irrigazione del giardino.
A Giulio Parigi si deve invece la Vasca dell'Isola, realizzata tra il 1612 e il 1620. Il bacino è formato da una grande vasca ovale, al centro della quale è situata un'isola, originariamente destinata alla coltivazione di agrumi e di fiori, e alla quale si accede da due passaggi, chiusi da cancelli, in asse con il Viottolone. Il giardino dell'isola conserva il disegno originario e, nella bella stagione, ospita le conche di agrumi, mentre nelle aiuole si trova una collezione di rose antiche. Al centro dell'isola è posta la Fontana dell'Oceano del Giambologna, realizzata nel 1576 per l'Anfiteatro e collocata qui nel 1636.
L'interesse di Cosimo I per la botanica e in particolare per le piante medicamentose determinò la creazione, nel primitivo impianto del Giardino di Boboli, di un Giardino dei Semplici, posto sulla sommità della collina, dove ora si trova il Giardino del Cavaliere. Dopo il 1612 la coltivazione di piante medicinali fu sostituita da quella di fiori rari, ma i giardini destinati allo studio delle piante non scomparvero dal parco. Nel 1737 il Granduca Giangastone de' Medici istituì all'interno di Boboli un giardino botanico affidandone la gestione a Giovanni Targioni Tozzetti. Nel 1775 la fondazione del Museo di Fisica e Storia Naturale (dove oggi ha sede "La Specola"), voluto da Pietro Leopoldo, fu l'occasione per allestire un nuovo giardino botanico in Boboli, nella zona verso l'ingresso di Annalena su via Romana. Nel 1782 uscì il primo catalogo delle piante. Alla fine del secolo, il giardino risultava dotato di molte specie locali ed esotiche, disponendo anche di serre riscaldate, vasche e condotte per l'acqua. Nel 1807 Maria Luisa Borbone Parma istituì nel Museo il "Liceo di Scienze Fisiche e Naturali", assegnando una delle sei cattedre alla botanica. Dal 1842 al 1877 il Giardino Botanico di Boboli fu diretto da Filippo Parlatore che creò serre per le piante tropicali e due vasche per le piante acquatiche. Alla fine dell'Ottocento fu deciso il trasferimento dell'Orto Botanico da Boboli al Giardino dei Semplici. Attualmente, nel Giardino Botanico Superiore si trova un'interessante collezione di piante acquatiche e tropicali.