PARK GUELL
Park Guell è stato realizzato a Barcellona, tra il 1900 ed il 1914 dal grande talento dell’ architetto paesaggista Antonio Gaudì ed è una delle opere che appaiono nell'elenco del patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Doveva essere all'origine come le città-giardino inglesi che il suo mecenate, Eusebi Güell, gli aveva chiesto di costruire su una collina (El Carmel) a nord della città.
Il progetto prevedeva alloggi, studi, una cappella ed un parco, in tutto 63 case ma, il costo aumentò in tali proporzioni che solo due case ed il parco furono completati.
i 2 edifici all'entrata del parco
In una delle due abitazioni già edificate, si trasferì lo stesso Gaudí con il padre e la figlia della sorella e ci rimase fino al trasferimento definitivo nel cantiere della Sagrada Familia.
Il parco diventò di proprietà della città di Barcellona nel 1927 e da allora è uno dei luoghi più frequentati della città.
Parc Guell è forse tra le opere compiute di Antoni Gaudì quella più grande e impegnativa; sicuramente per questo risulta essere agli occhi dei visitatori inesperti espressione dell' arte intera dell' architetto di Dio, come veniva nominato.
In tutto ci sono circa 30 i km di strade all’interno del parco, il percorso pedonale principale è quello che dall’entrata arriva direttamente, tramite una grande scalinata, al piazzale – mercato coperto del tempio dorico e poi più su fino alla piazza del teatro greco. I percorsi sono molto caratteristici: Gaudì li distingue in pedonali e veicolari e dona loro un andamento sinuoso che segue le naturali curve di livello del terreno, creando terrazzamenti e viadotti quando il percorso si trova ad essere sospeso nel vuoto.
Gaudí ha cercato di conservare il rilievo naturale, lasciando libero sfogo alla sua immaginazione, ha generato un’opera originale dal profilo sinuoso. Il progetto nasce da un’idea di curve dove tutto è ondeggiante e contorto fino a creare un'atmosfera fantastica.
Le sue strutture ricordano quelle fantastiche di un fumetto, come gli stravaganti edifici che si trovano all'entrata del parco con i loro comignoli a forma di fungo, che sembrano un'allucinazione improvvisa. Da notare è anche la doppia scalinata decorata con motivi molto originali ed affiancata da fontane, che conduce a quello che doveva essere in precedenza, il mercato della città-giardino. Questo spazio contiene una grande terrazza con una vista panoramica sulla metropoli. Ma la fantasia dell'artista continua ad esprimersi nella Sala de las Columnas: insieme di enormi colonne doriche separate le une dalle altre da spazi misteriosi e sovrastati da un tetto ondulato, come la famosa panchina, si tratta di una sinuosa e ondulata costruzione, decorata con pezzetti di ceramica, piastrelle e mosaici colorati che le danno un aspetto surreale. Uno degli elementi più suggestivi del giardino Gaudì restano forse le gallerie preistoriche in pietra e terra che dimostrano il creativo ed indiscutibile talento dell'artista. Si dice che Gaudí fu aiutato nella realizzazione del Parco Guell dall'architetto Josep Maria Jujol, che diede un speciale apporto specialmente nella creazione della ringhiera.
Egli realizza anche grotte simili a quelle naturali che delimitano i percorso a terra e porticati sostenuti da colonne inclinate caratterizzate dalla forma a spiraleHa fatto impiego di variopinte ceramiche di recupero o pezzi di vetro per decorare come mosaici colorati le sue strutture in calcestruzzo che, rappresentano tutto un universo di animali fantastici, rifacendosi in maniera chiara al concetto del pittoresco.
Fedele al suo stile, ha creato un’opera che si integra nella natura e che la riproduce, ad esempio, la passeggiata coperta le cui colonne hanno forme di tronchi di alberi o di stalattiti, fontane ed arcate artificiali di roccia.
La natura come fonte di ispirazione
Dottorato di Ricerca in Tecnologia e Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente
Università degli studi di Napoli “Federico II”
Luce, forma e struttura: la geometria
come processo conoscitivo dell’opera di
Gaudì.
Dottorando: Arch. Raffaele Catuogno
Tutor prof. Arch. Adriana Baculo Giusti
Coordinatore prof. Arch. Virginia Gangemi
“Corrisponde al periodo più creativo di Gaudí quando materializza le sue idee in un’architettura pienamente ispirata alla natura.
Riflettendo sul fatto che in natura non esiste la linea retta né il piano ma, invece, sono presenti un'immensa varietà di forme curve, sente l’esigenza di modificare il suo modo di operare e piuttosto che proiettare gli elementi della sua immaginazione sul piano del foglio per controllarne la forma, si rivolge innanzitutto alla natura come fonte di ispirazione, verificando le forme direttamente nella terza dimensione mediante la costruzione di ogni tipo di modello, realizzato in legno, gesso, argilla, d tessuto metallico, cartone bagnato e anche filo di ferro. L'amore di Gaudí per la natura si riflette in un'attenta ed ingenua osservazione della forma delle piante, degli animali e delle montagne, ammirandone la bellezza e comprendendo che la natura non ha finalità estetiche, bensì funzionali, perché l’obiettivo profondo non è quello di realizzare opere d'arte, bensì organismi utili alla crescita e alla riproduzione dalle specie. Giunge così alla conclusione, che cercando la funzione, si arriva alla bellezza e che se si cerca la bellezza si arriva alla filosofia, l'estetica o la teoria dell'arte.Tra le opere più strettamente legate alla natura il Park Güell è l'opera più rappresentativa ove si rende in modo più evidente il concetto naturalista e paesaggista dell'architettura di Gaudì, dove egli adatta le forme delle strade all'orografia del terreno, progettando viadotti per non modificare l'assetto del terreno originale privo inizialmente della vegetazione mediterranea, con un terreno sassoso e arido. Nelle aree libere arricchisce la scarsa vegetazione con l'introduzione di pini, carrube, querce, palme, lasciando crescere liberamente ginestre, rosmarino, gelsomino e glicine.
Questo intervento mostra l’impegno sociale dell’architetto31, che di comune accordo con Güell non vuole costruire un parco privato, ma semplicemente uno spazio recintato per dare alla gente del posto l’impressione di un luogo protetto e sicuro e subito adoperato per spettacoli ed incontri all’aperto. Il parco dimostra la straordinaria inclinazione di Gaudì per l’architettura paesaggistica, le sue conoscenze di botanica, introducendo infatti nelle aree libere, arricchendone la vegetazione, pini, carrube, querce e palme. Non livella parti della montagna, ma adattando la sua architettura al luogo, per questo motivo costruisce strade a forma di viadotti sorretti da colonne inclinate che generano nella loro ripetizione straordinari percorsi e scorci di notevole impatto visivo, che sembrano scavati nella montagna.
Supera un dislivello presente nel parco, dove è l’entrata, con una imponente scalinata rivestita in ceramica con la tecnica del trencadìs. La scala è interrotta in tre tratti, tra le due rampe lascia degli spazi dove colloca tre fontane tra cui famosissima quella dell’iguana, che per alcuni è lo stesso drago rappresentato nel cancello della Finca Güell a guardia del giardino: “[…]bisogna presupporre dietro ciò che appare alla superficie un semplice divertimento, un significato più profondo e per lo più simbolico. Il drago rappresenta Pitone, il custode delle acque sotterranee; con questo Gaudì allude a ciò che non si vede, ma che è di immensa importanza: dietro il drago si trova una cisterna
di 12.000 litri per la raccolta dell’acqua piovana. In questo modo l’acqua piovana viene incanalata e raccolta per l’irrigazione del terreno idricamente povero.” Sotto la piazza, che nella composizione rappresenta il teatro greco, costruisce una sala ipostila con colonne doriche di colore ocra, reinventandone lo stile, accentuandone le caratteristiche e dando a questi sostegni anche la funzione di canalizzatori: esse infatti sono cave all’interno raccolgono l’acqua piovana convogliandola nella cisterna che alimenta tra l’altro anche le fontane che servono come valvole di scarico.
Questa sala ipostila è formata da ottantasei colonne, che sostengono una copertura costruita con piccole cupole che si appoggiano a travi leggermente ricurve, il tutto rivestito di ceramica trencadìs. La piazza è in terra battuta e lungo il perimetro che la delimita, è presente una lunghissima panca che si snoda sinuosa come un serpente, sempre rivestita con pezzettini di ceramica e raccordata al fregio della sala sottostante: nel rivestimento della panca, Gaudì inserisce anche simboli religiosi e catalani che però vanno perduti nel restauro del 1989. Il Park è recintato con un muro alto 3.80 metri, costruito con varie pezzature di pietra e termina con una calotta arcuata, rivestita da un mosaico di ceramica bianca e marrone.
Il muro di recinzione del sito è alto 3.80m ed è realizzato con 3 finiture diverse: la parte bassa è rivestita con conci di pietra dalle forme irregolari, la parte intermedia da blocchi grezzi e appuntiti, quella superiore, invece, da frammenti di ceramica colorata”







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